Valide alternative per contrastare il ‘mare di plastica’: esistono davvero?

Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, RUS – Rete delle Università per lo, CNR-ISMAR, INGV Sviluppo sostenibile.

Quando

Mercoledì 30 Settembre 2020 h. 17:00-18:00

Descrizione

Seminario in streaming, sui canali Facebook e YouTube del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa.

Nonostante sia considerata un materiale moderno, la plastica ha per molti versi invece una storia che può essere fatta partire dai tempi più remoti. Sin dall'antichità infatti l'uomo ha utilizzato dei veri e propri "polimeri naturali", come l'ambra, il guscio di tartaruga o il corno, la pelle animale per trasformarli e ottenere manufatti. I primi materiali plastici in senso moderno sono stati ottenuti nella seconda metà del 1800 attraverso la modifica della cellulosa, a dare nitrato di cellulosa e successivamente l'acetato di cellulosa o celluloide, quindi materiali semi-sintetici. Gli anni '60 vedono il definitivo affermarsi della plastica come insostituibile strumento della vita quotidiana e come "nuova frontiera" anche nel campo della moda, del design e dell'arte.

Aspetti positivi che hanno reso la plastica un materiale così necessario e così diffuso sono: la lavorabilità, la colorabilità, la leggerezza, la versatilità, ma soprattutto la durabilità. E' proprio la durabilità che rende questo materiale così persistente nell'ambiente qualora vi venga abbandonato, come dimostra il crescente inquinamento da macro e microplastiche che sta interessando specialmente i mari e gli oceani di tutto il mondo.

Attualmente non esistono materiali alternativi alla plastica meno inquinanti. Oltre il 90% della plastica ora in commercio viene prodotta da petrolio, ma il recupero, il riuso e il riciclo potrebbero limitare l'impatto sul consumo di questa fonte. Non è la plastica in sé che inquina, ma siamo noi che disperdendola nell'ambiente la rendiamo inquinante.

Contatti

info.msn@unipi.it

 

 

 

Informazioni aggiuntive sull'evento
Streaming online
Dove