ANTICHE VARIETÀ AGRICOLE LOCALI E PIANTE SPONTANEE MANGERECCE

Università degli Studi di Pavia - Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente

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Quando

Domenica 27 Settembre 2020

Descrizione

La mostra sulle antiche varietà agricole locali e piante mangerecce dà la possibilità di conoscere molti prodotti tipici locali lombardi e italiani; è inoltre possibile osservare le aiuole dimostrative in cui crescono antiche varietà lombarde e visitare la Banca del Germoplasma vegetale dell'Università di Pavia, che si occupa della conservazione dei semi di queste varietà tradizionali per le generazioni a venire. L'ingresso alla mostra e gratuito. Ingresso giornaliero all'Orto Botanico di Pavia 1 €.

Contatti

Dott.ssa Silvia Bodino (bodino.silvia@gmail.com)

Informazioni aggiuntive sull'evento

Questa iniziativa si prefigge lo scopo di preservare l’agro-biodiversità lombarda attraverso la collaborazione tra enti di ricerca e ditte private (aziende agricole) per promuovere la valorizzazione e l’uso sostenibile delle risorse naturali (antiche varietà agricole e orticole e piante spontanee alimurgiche).

Le varietà locali hanno origine sul territorio e rappresentano la memoria storica (cultura rurale, saperi popolari, pratiche locali) e la memoria biologica dell’agricoltura; hanno spesso un’elevata capacità di tollerare gli stress sia biotici (parassiti) che abiotici (scarsità di nutrienti, siccità) e sono in molti casi caratterizzate da interessanti sapori ed eccellenti proprietà nutrizionali.

Le piante selvatiche cosiddette “eduli” o “alimurgiche” oppure “mangerecce”, sono specie vegetali selvatiche usate per l’alimentazione umana che rescono spontaneamente in natura, dove vengono raccolte per essere impiegate in prodotti tradizionali ed hanno un profondo legame con le tradizioni locali e i prodotti del territorio, quindi una valenza anche culturale.

Sia le varietà locali che le piante mangerecce sono inoltre utilizzate come ingredienti per gustosi piatti tipici della tradizione locale.

Tuttavia, le varietà locali sono a forte rischio di erosione genetica, in quanto, a causa della loro scarsa produttività, molte sono oramai cadute in disuso, soppiantate da varietà moderne, più produttive, ma di solito meno interessanti sul piano del gusto e meno adattate al territorio locale. Ed anche per molte piante spontanee alimurgiche si è assistito, negli ultimi decenni, all’abbandono della raccolta e dell’uso e quindi alla perdita dei piatti della tradizione locale che vedevano queste specie come protagoniste.

Molte di queste entità locali sono oggi conservate presso la Banca del Germoplasma vegetale dell’Università di Pavia, struttura specializzata nella conservazione ex situ, dove i semi vengono mantenuti in idonee condizioni ambientali (a15°C e 15% Umidità Relativa) e possono essere conservati a lungo termine (congelamento a-20°C), come forma di garanzia per evitare di perderle (ad esempio il mais in banca semi si conserva vitale per 250 anni) e per avviare progetti di rilancio sul mercato.

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Dove
Via S. Epifanio 14