Evento sul Goal 12: serve un cambio culturale per diffondere modelli sostenibili
L’iniziativa del Festival, che ha portato esempi territoriali di economia circolare, ha evidenziato l'importanza di investire sul ciclo di vita delle persone e di come l’economia etica sia anche redditizia. 7/10/20
“Una delle possibili risposte alla crisi è data dai territori, quella spinta dal basso che non eravamo più abituati a considerare nei nostri processi di produzione e consumo”. Con queste parole Eleonora Rizzuto, presidente Aisec (Associazione italiana per lo sviluppo dell’economia circolare), ha aperto l’evento nazionale sul Goal 12 dal titolo “Economia circolare frontiera per un nuovo rinascimento: consumo responsabile e modelli produttivi sostenibili”, organizzato dal Gruppo di Lavoro (GdL) sul Goal 12 dell’ASviS con il contributo di Granarolo, che si è tenuto il 6 ottobre presso il museo Macro di Roma. “Ma il Goal 12 riguarda anche una risposta finanziaria ai diversi problemi che oggi affliggono il pianeta”, ha continuato Rizzuto, “Sono ottimista sulla risposta comunitaria grazie al Green new deal. Bisogna riportare l’umanesimo al centro degli organi decisionali, di questo si devono occupare i decisori politici”.
Di seguito Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS, ha dichiarato: “Le imprese che hanno scelto la sostenibilità prima della crisi sono ripartite prima. Tutte le comunicazioni della Commissione Ue vanno verso l’economia circolare. Una struttura così frammentata, tipica del nostro sistema produttivo, non aiuta, ma la buona notizia è che le università, soprattutto quelle della Rus (Rete delle università per lo sviluppo sostenibile), stanno aiutando territori e piccole imprese a fare il salto culturale, economico e organizzativo necessario. Bisogna capire che senza un investimento sul ‘ciclo di vita delle persone’ non ci sarà resilienza economica”.
Federico Porrà, della Commissione europea – Direzione generale ambiente, ha parlato della visione comunitaria sull’economia circolare: “Prevediamo che nei prossimi 40 anni i consumi complessivi di materiali raddoppieranno. Obiettivo è rendere i prodotti neutri da un punto di vista climatico, e meno impattanti sugli ecosistemi. La gestione dei rifiuti è fondamentale nell’economia circolare, la Commissione lavorerà sia per la riduzione dei rifiuti sia per limitare le componenti nocive presenti nei materiali”.
Durante il primo panel dal titolo “Come si costruisce l’economia circolare: declinazione territoriale”, moderato da Eleonora Rizzuto, il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, si è soffermato sui passi avanti compiuti dall’azienda in tema di sostenibilità. “Abbiamo analizzato come poter rendere i nostri processi produttivi più sostenibili, partendo dall’agricoltura e dall’allevamento, perché siamo consapevoli dell’impatto di questo settore sull’ambiente”, ha detto Calzolari. “Stiamo lavorando sulla riduzione dei fertilizzanti, sull’impatto ambientale delle stalle e sul benessere animale, anche attraverso un uso razionale dei farmaci. Inoltre cerchiamo di capire come le aziende della nostra filiera possono usare al meglio le buone pratiche e le tecnologie disponibili, e come efficientare il processo di approvvigionamento, dalla raccolta di latte alla fornitura degli ingredienti. Importante è poi il packaging, utilizziamo tante bottiglie in pet riciclato ma in Italia mancano aziende che forniscano questo materiale, dobbiamo comprarlo all’estero”, ha concluso.
Vincenzo Linarello, presidente di Goel-gruppo cooperativo, ha descritto in che modo opera la sua organizzazione, impegnata nella lotta per la sostenibilità e la legalità. “Vogliamo dimostrare che con un sistema di economia etica e sociale possiamo innescare un cambiamento anche in una regione che soffre come la Calabria, quinta zona in Europa per disoccupazione giovanile. Se dimostriamo che l’etica può portare ricchezza e sviluppo, allora sconfiggeremo anche la ’ndrangheta. Siamo partiti proprio dalle aziende che si sono ribellate alla ’ndrangheta e, nell’ambito agricolo, abbiamo creato un piccolo sistema perfetto di economia circolare, dando vita alla prima cooperativa di conferimento agricolo per la legalità. Ma per dimostrare che l’etica è giusta, dovevamo convincere gli agricoltori che fosse anche redditizia. Siamo andati dunque a vedere i prezzi agricoli locali ed erano davvero bassi, abbiamo ricostruito una filiera ed efficientata, che ha portato, per esempio, le arance bio a essere vendute alle strutture commerciali a 45 centesimi al chilo, rispetto ai precedenti 10 centesimi. Ora tutta la filiera è legale, e abbiamo anche costruito impianti che trasformano in compost le bucce delle arance”.
Paolo Gurisatti, economista industriale e membro del direttivo Asvess (Associazione veneta per lo sviluppo sostenibile), ha parlato dell’esperienza veneta, “una regione che ha imparato che l’innovazione è sempre un problema di filiera; molte filiere della zona si sono poste il problema del recupero dei materiali e delle sostanze organiche, attività che contribuiscono alla resilienza del nostro territorio”; mentre Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di Feduf (Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio), ha sottolineato l’importanza di un’educazione improntata al rispetto del denaro: “La nostra fondazione si occupa di istruzione finanziaria, che vuol dire anche tutela delle persone. Parliamo di denaro come di uno strumento etico che parte dal lavoro, e quindi va rispettato. Cerchiamo di far capire ai ragazzi che non bisogna sprecarlo. Abbiamo realizzato che l’uso consapevole del denaro ha connessioni fortissime con la sostenibilità”.
Il secondo panel dal titolo “Azioni sistemiche a sostegno della transizione ecologica”, moderato da Luca Raffaele, direttore generale di Next - Nuova economia per tutti, ha fatto capire che “l’economia circolare per funzionare deve anche avere un paradigma economico dietro” e, introducendo i successivi relatori, ha parlato dell’esempio che arriva dal Veneto. Esempio descritto da Ilaria Bramezza, segretario generale della regione Veneto: “La Regione il 20 luglio ha approvato la sua strategia per lo sviluppo sostenibile, la prima a farlo in Italia. Obiettivo è portare la piena sostenibilità sociale, economica e ambientale sul territorio. Punto debole però sono gli indicatori, dobbiamo misurare i nostri progressi, ma su questo stiamo lavorando in campo nazionale e sovranazionale. Siano riusciti a far sì che tutta la programmazione regionale sia orientata all’Agenda 2030”.
Francesco Cicione, presidente di Entopan, ha parlato delle sfide legate all’innovazione: “Da qualche anno in Calabria stiamo provando ad aiutare sull’economia circolare le diverse startup sparse sul territorio, con uno sforzo in particolare su innovazione e digitalizzazione. Ci piace parlare di innovazione armonica, quella a servizio dell’uomo che prova a porre anche un’etica all’interno della tecnologia”.
Roberto Morabito, presidente Icesp (Italian circular economy stakeholder platform), ha parlato di “Economia circolare scelta obbligatoria, che fa riferimento a un vero e proprio cambio del modello di sviluppo, che impone un cambio negli approcci culturali e negli stili di vita”.
Prima delle conclusioni è intervenuto in video messaggio Stefano Buffagni, vice ministro allo Sviluppo economico: “Il Covid-19 ha mostrato debolezze e limiti della società, dobbiamo ridisegnare la politica industriale del Paese considerando a monte e a valle l’impatto delle materie prime. Stiamo raccogliendo tutte le idee dei cittadini per garantire una ripresa in linea con gli obiettivi dettati dalla transizione”.
Infine Valentino Bobbio, segretario generale di Next – nuova economia per tutti, ha parlato di una “forte interazione tra i Goal emersa durante la giornata” e della “crucialità dei territori. Ma se non superiamo la sola attenzione al profitto e non mettiamo al centro delle strategie la sostenibilità sociale e quella ambientale, non andiamo da nessuna parte. Vogliamo lavorare per il cambiamento e per una società giusta ed equa”; mentre Eleonora Rizzuto ha menzionato il position paper rilasciato dal GdL 12 dell’ASviS, documento che fornisce un quadro di riferimento condiviso sui temi della produzione, del consumo e della finanza responsabile, partendo da normative ed esperienze, per giungere a formulare proposte operative per il contesto italiano.
di Ivan Manzo