La rigenerazione richiede investimenti sociali e nel capitale umano: leggi la cronaca dell'evento del 21 maggio di ASviS Live.

“Orientare le scelte, disegnare il futuro”, primo degli eventi on line “ASviS Live - Tre passi verso il Festival”, in preparazione del Festival dello sviluppo sostenibile rinviato al 22 settembre, ha visto la partecipazione di 45mila persone sui canali dell’ASviS, ai quali vanno aggiunti gli spettatori che lo hanno seguito attraverso Ansa e Rai cultura.

 

L’incontro si è aperto con le parole di Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, che ha ricordato la grande capacità di mobilitazione dell’Alleanza, attraverso le 270 associazioni aderenti e gli oltre 600 esperti che partecipano ai suoi gruppi di lavoro.

 

Il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini ha ricordato gli errori commessi in passato: “Abbiamo ridotto le cosiddette ridondanze, perché non ci faceva piacere pensare che il futuro sarebbe stato pieno di incognite. Eppure gli scienziati ci avevano detto che le pandemie e il cambiamento climatico potevano portare ulteriori shock alle nostre società e che la trasformazione tecnologica determina shock sul mercato del lavoro e quindi nella vita delle persone. Questa consapevolezza è cresciuta nella popolazione, che naturalmente in questo momento dà grande importanza alla salute e all’occupazione, visto il rischio di una recessione molto dura, ma ha capito anche che bisogna avere un approccio olistico, integrato. È qui che abbiamo trovato una grande attenzione al lavoro che da quattro anni conduce l’ASviS. In queste settimane di lockdown abbiamo sentito tanti esperti discutere di come sarà il futuro. Quando mi è stato chiesto, ho risposto sistematicamente che sarà come decideremo che sia. Ma in Italia non abbiamo molto la cultura della scelta del futuro, siamo più abituati ad accettare quello che viene da fuori, l’idea che l’Italia sia un vaso di coccio fra vasi di ferro e che quindi l’unica cosa che possiamo provare a fare è adattarci. Eppure l’Italia è stata responsabile di grandi momenti storici, come la nascita della Comunità europea, in cui il Paese ha deciso davvero dove era opportuno andare e per questo ha anche pagato dei prezzi. Questo è uno di quei momenti. Non possiamo decidere di tornare a quello che eravamo qualche mese fa con il benessere di alcuni, ma il malessere di tanti altri. L’ultimo dato Istat ci dice che il 27% della popolazione italiana è a rischio di povertà ed esclusione sociale. Consideravano questi dati come inevitabili, non ci abbiamo fatto attenzione, ma quando è arrivato lo shock ha investito milioni di italiani, perché il 27% corrisponde a 16 milioni di persone e queste persone sono andate sott’acqua o hanno rischiato di andare sott’acqua. Questo sta provocando una sacrosanta pressione sulla politica per proteggere, ma se non pensiamo anche come prevenire shock futuri, prepararci al cambiamento, rischiamo di esaurire tutte le risorse a disposizione, che non sono moltissime, in questa fase protettiva.

 

Dopo Giovannini, è intervenuto Frans Timmermans, vice-presidente esecutivo della Commissione europea, che nel suo ottimo italiano ha messo in evidenza il programma di investimenti per la sostenibilità a cui sta lavorando la Commissione, portando due esempi significativi: l’edilizia e l’industria dell’automobile.  

 

Luca de Biase e Donato Speroni hanno presentato il portale Futura network, che nasce appunto dalla necessità di promuovere il dibattito sulle scelte necessarie oggi per porsi su un sentiero di sviluppo sostenibile. Il sito contiene anche una intervista, tratta dalle teche della Rai, al fondatore del Club di Roma Aurelio Peccei, realizzata da un giovanissimo Piero Angela nel 1973. Quarantasette anni dopo, in collegamento telefonico, Angela ha commentato quella intervista che aprì una serie di riflessioni televisive sul futuro. Parlando dell’oggi e della necessità di sensibilizzare ulteriormente su questi temi l’opinione pubblica, Angela ha raccomandato di lavorare sulla scuola e sui mezzi di comunicazione di massa a cominciare dalla televisione.

 

Introdotta da Gianluca Comin, presidente di Comin & Partners, che ha condotto la seconda parte dell’incontro, la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti ha messo in evidenza il cambio di paradigma che il governo ha dovuto affrontare, perché ogni scelta ha assunto un carattere strategico. “L’esperienza che abbiamo vissuto ha stravolto un sistema di vita ormai consolidato anche rispetto alle sfide individuate dall’Agenda 2030. Tutto in una volta, si è messo in luce tutto il suo limite. Si è messa in discussione la strutturazione del nostro vivere in compartimenti. Se continuiamo a vedere le persone divise in categorie, senza considerare unitariamente il ruolo che ciascuno svolge nel contesto lavorativo, sociale, familiare, continueremo a mettere in campo risposte puntuali sugli specifici ambiti, ma senza cogliere quella matrice che ci viene richiesto di interpretare, una matrice di umanesimo che riporta a unità il nostro vivere. Dobbiamo riconciliare la dimensione dei tempi e dei luoghi della nostra vita sia a livello personale che a livello sociale, andando a intervenire non solo in modo assistenziale, di sostegno sull’oggi, ma attivando dei processi che abbiano una dimensione di divenire. Servono interventi politici che possano attivare relazioni temporali e spaziali. Questo è particolarmente valido nel mio campo d’azione, perché non si possono fare politiche che colgono soltanto la dimensione del lavoratore senza rinforzare il legame di connessione di ciascuno di noi con tutti gli ambiti della vita. Affrontare il futuro significa mettere in campo politiche di progettualità e di stabilità. Una prospettiva che dica per esempio: donna se fai una scelta di maternità potrai tornare al lavoro e quel lavoro sarà accompagnato dal valore aggiunto che questa maternità ti ha dato.
 

Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, ha sottolineato l’accentuazione delle diseguaglianze che si è verificata con la pandemia e la necessità di puntare su sanità e scuola: “non c’è ripresa senza uno sviluppo del capitale sociale ed umano”.
 

Ilaria Capelli, del Think tank Tortuga, ha ricordato le attività di questo gruppo di giovani studenti e professionisti e ha ribadito la necessità di guardare al Fondo europeo per la giusta transizione, utilizzando le risorse destinate all’Italia per l’informatizzazione delle piccole e medie imprese, per la formazione e per lo sviluppo di nuove tecnologie.
 

Gaia Ghirardi, responsabile sostenibilità di Cassa depositi e prestiti, ha esposto il lavoro che Cdp sta svolgendo con gli enti locali in un’ottica di medio e lungo termine, con investimenti sulle città in chiave di connettività e innovazione sociale, economia circolare e transizione energetica.
 

Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale terzo settore, ha elencato gli insegnamenti che ci derivano da questa crisi: l’illusione dell’autosufficienza delle comunità, la solidarietà e l’attenzione alle persone fragili, il valore delle competenze che non si possono improvvisare, le capacità dei giovani nel campo delle tecnologie e ha auspicato di “rifondare il patto sociale in una cornice europea”.
 

Andrea Morniroli, del Forum Disuguaglianze e diversità, ha descritto le conseguenze di questa crisi: un milione di bambini in più in situazione di povertà, la povertà economica che per molti si è trasformata in perdita di speranza, e ha ricordato la proposta di sostegno al reddito che il Forum ha messo a punto con l’ASviS. “Occorre restituire potere, protagonismo e felicità alle persone fragili, senza confinarle in una sacca di emarginazione”.
 

È poi intervenuto il sindaco di Milano Giuseppe Sala: “non vedo questa crisi come una opportunità, ma come un obbligo di cambiamento”, ha detto. Per conto della rete C40 cities, che riunisce molte tra le più grandi città del mondo, Sala è a capo di una task force che deve ideare le risposte a questa crisi. “Tutte le città si stanno muovendo, ricercando sistemi di mobilità diversi e nuove soluzioni energetiche”.
 

Michela Spina, di Fridays for future, ha affermato che il suo movimento si batte per una riappropriazione ecologica e umana dei territori sfruttati e per una ridistribuzione della ricchezza. La campagna “Ritorno al futuro” lanciata da Fridays for future vuole portare la discussione su una serie di proposte concrete.
 

Alla fine dell’evento, Giovannini ha trasformato il suo intervento in un dialogo con Comin, chiedendogli se siamo di fronte a una vera rigenerazione delle idee o solo a una moda. Comin ha riconosciuto che in quello che sta avvenendo ci sono molte contraddizioni, ma ha espresso il suo ottimismo, perché ci sono tanti movimenti che non potranno essere ignorati senza rischiare una grande protesta di massa. Ha invitato l’ASviS a continuare a essere sentinella di questo cambiamento, un concetto che Giovannini ha ripreso nelle sue parole conclusive, dando appuntamento per il prossimo evento che si terrà il 28 maggio sul tema “Verso una ripresa trasformativa all’insegna della resilienza e della sostenibilità”.   
 

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a cura di Donato Speroni

Giovedì 21 Maggio 2020