Il ruolo del lavoro e delle imprese per una ripresa sostenibile dopo la pandemia: la cronaca del secondo evento ASviS live del 28 maggio.
Il secondo evento ASviS Live “Verso una ripresa trasformativa all’insegna della resilienza e della sostenibilità”, si è aperto nel pomeriggio di giovedì 28 col saluto del presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini. Ha fatto riferimento ai due documenti presentati in occasione dell’incontro: l’analisi del “Decreto Rilancio” alla luce dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile e dei cinque orientamenti delle politiche per la resilienza trasformativa (prevenzione, protezione, preparazione, promozione e trasformazione); un “Pacchetto di investimenti a favore dello sviluppo sostenibile delle città e dei territori”, per la ricostruzione e l’accrescimento delle diverse forme di capitale (economico, umano, sociale e naturale) colpite dalla crisi. “La nostra proposta punta a stimolare il sistema socioeconomico”, ha detto Stefanini, “aiutandolo a trasformarsi e non a tornare indietro, visto che la situazione precedente la pandemia era considerata insoddisfacente e insostenibile. Il rischio è che senza una visione sistemica e di lungo periodo si possano disperdere risorse finanziarie importanti senza produrre il cambiamento auspicato”.
Il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini nella sua relazione ha evidenziato che gran parte degli interventi decisi dal Governo sono stati destinati a misure di protezione, mentre sono ancora poche le misure orientate alla preparazione e alla trasformazione della società e del sistema produttivo. “Se vogliamo cambiare il nostro Paese, avendo sparato tutte le cartucce dei fondi nazionali, dobbiamo affidarci ai fondi europei. Questo è lo strumento che non possiamo mancare, altrimenti non abbiamo abbastanza risorse da destinare alla trasformazione. In secondo luogo dobbiamo spendere bene le misure messe in campo. Mi riferisco in particolare al reddito di emergenza sul quale abbiamo avanzato proposte con il Forum disuguaglianze e diversità. È importante la rapidità di intervento perché il gruppo di persone più fragili non ha riserve e rischia di essere preda della criminalità organizzata. In questo contesto è anche importante avere scelto di regolarizzare una parte consistente ancorché minoritaria degli immigrati”.
Analizzando i provvedimenti del governo per Obiettivo di sviluppo sostenibile, ha proseguito Giovannini, mancano provvedimenti sull’uguaglianza di genere, sui sistemi idrici, sulla tutela del territorio e c’è poco sulla economia circolare. Non sono stati incentivati i materiali biodegradabili che in questo momento di riapertura dei bar e dei ristoranti dovevano essere favoriti. “Le nostre proposte indicano come puntare sulla resilienza trasformativa e i progetti che potranno essere finanziati dall’Europa dovranno collocarsi nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, anche perché saranno le prossime generazioni a ripagare i prestiti a lungo termine”.
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Il presidente del Parlamento europeo David Maria Sassoli, dialogando con Giovannini, ha messo in evidenza che “è finito il paradigma del 2008. È iniziata una stagione per la costruzione dell’unione politica, ma la forte distribuzione di risorse richiede una grande responsabilità agli Stati nazionali per conseguire gli obiettivi che ci siamo dati. Molti Paesi si trovano nella condizione normale di non saper utilizzare i fondi europei e di doverli rimandare indietro, quindi questo è un momento di grande attenzione. Se non cogliamo questa responsabilità, non cogliamo il valore della scelta che è stata fatta”.
Il 77% dei cittadini europei, ha proseguito Sassoli citando un recente sondaggio, vuole attribuire maggiori competenze all’Europa perché ne comprende la necessità. “Dovremo ancora discutere nello spirito della democrazia, ma dobbiamo crescere insieme guardando soprattutto ai giovani”. Anche i trattati europei non sono più un tabù perché ci si rende conto della necessità di aggiungere competenze e di toccare alcuni meccanismi come il diritto di veto che blocca la volontà dei cittadini. “Nel semestre tedesco che inizia il 1° luglio sarebbe importante andare verso la conferenza sul futuro dell’Europa che è stata ritardata a causa della pandemia, ma che è importante per ridefinire il ruolo della democrazia europea”.
La tavola rotonda successiva, dedicata a “Innovazioni dei modelli di business alla luce della crisi”, è stata moderata da Luigi Contu, direttore dell’Ansa, ed è stata introdotta da Patrizia Giangualano di Nedcommunity. “Una delle cose che colpisce molto in questo momento”, ha detto Giangualano, “è che dalle imprese e dal mondo del lavoro ci si aspetta molto, nell’ottica dello sviluppo sostenibile. Lavorare in questa direzione porta a migliori performance. Anche gli investitori si stanno preoccupando di puntare sulle aziende che saranno in grado di gestire questa crisi. La finanza sta esercitando un ruolo molto importante verso questi nuovi modelli”.
Alessandro D’Este, presidente e amministratore delegato di Ferrero commerciale Italia, ha esposto l’esperienza della sua azienda. “Il primo punto che abbiamo affrontato è stato la messa in sicurezza delle persone: consumatori, clienti, dipendenti stakeholder che lavorano insieme a noi. Abbiamo dovuto rivedere le linee di approvvigionamento dando ai fornitori indicazioni più a lungo termine per garantire gli approvvigionamenti. Nel lavoro impiegatizio abbiamo esteso lo smart working”. In futuro saranno sempre più importanti gli aspetti reputazionali e la responsabilità nei confronti dell’ambiente. “Dal punto di vista sociale, abbiamo dato attenzione non solo ai dipendenti, ma anche alle filiere dell’agroalimentare, con protocolli per la tutela del lavoro minorile per gli approvvigionamenti dai Paesi dove esiste questo problema. Colleghiamo la fornitura a determinate regole, comprese quelle di garanzia della salute dei dipendenti. Dal punto di vista ambientale ci siamo impegnati a rendere riciclabili e compostabili tutte le nostre confezioni entro il 2025 e tendiamo a ridurre l’impronta di CO2”.
Francesco Giordano, Co – Ceo commercial banking Western Europe di UniCredit, ha esordito con alcuni dati: 180mila moratorie concesse per oltre 20 miliardi, oltre 30mila prestiti erogati sotto i 25mila euro, nella maggior parte dei casi in due o tre giorni. “Credo che possiamo fare un lavoro buono, avendo recuperato alcuni ritardi iniziali dovuti al fatto che la garanzia pubblica non elimina la necessità di una istruttoria”. Quali sono le prospettive per il futuro? “È davvero complicato dirlo, ma vediamo un mondo imprenditoriale molto motivato a superare le difficoltà, vediamo un grande dinamismo che ci dà ottimismo anche se la ripresa in certi settori come il turismo sarà lenta. Ma nella stragrande maggioranza dei casi le imprese si metteranno in condizione di ripartire anche con maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale.
Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim, ha riferito sulla sfida di dover gestire i rapporti con i clienti. Abbiamo dovuto assicurarci che tutto funzionasse, abbiamo dovuto allestire sale crisi per la regione Lombardia e per la protezione civile nel giro di poche ore, abbiamo abolito i costi per le piattaforme scolastiche, abbiamo offerto soluzioni di smart working alle imprese. C’è stato uno sforzo enorme per adattarsi alle nuove realtà. Siamo passati da 600mila persone che facevano smart working nel 2019 a quasi sei milioni. Il traffico di video comunicazione è aumentato di 12 volte. Abbiamo avuto un’enorme crescita dello streaming e anche il traffico telefonico è aumentato del 50% sul fisso e del 30% sul mobile. Entro agosto porteremo la fibra a 1,2 milioni di famiglie in più. Insomma si è accelerato enormemente il processo di digitalizzazione della società italiana”. In futuro, ha detto ancora Gubitosi, è necessario far crescere la cultura digitale del Paese. “Ci sono aspetti burocratici, ma le cose si riescono a fare pur con qualche difficoltà. Dobbiamo diffondere la banda larga, favorire l’informatizzazione delle imprese produttive e sostenere la formazione e il diritto allo studio dei giovani. C’è un terreno fertile e dobbiamo ripartire con forza e in maniera sostenibile preparandoci anche a usare l’intelligenza artificiale che per esempio sarà importante contro altre pandemie perché sarà in grado di prevenirle cogliendo i segnali deboli”.
Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, ha ricordato che la prima preoccupazione è stata di rispondere alla domanda nei supermercati, che ha avuto un picco straordinario nei primi giorni. “Bisognava dare garanzia alle persone che i beni essenziali non sarebbero mancati. Seconda cosa, mettere in sicurezza i negozi, ma abbiamo subito reagito con le misure pratiche organizzative e tecniche necessarie. Abbiamo poi deciso di bloccare i prezzi per evitare le speculazioni, inoltre data la nostra natura cooperativa abbiamo attivato anche strutture di sostegno sul territorio per portare la spesa a casa a chi ne aveva bisogno”. Pedroni si è poi chiesto come questa crisi può impattare sui temi della sostenibilità. “È vero che ci può essere una maggiore sensibilità sui temi della salute e del benessere, ma dall’altro lato c’è un processo di impoverimento di una parte della società, di polarizzazione della situazione sociale e questo può portare a scegliere il prezzo anche quando non ci sono le condizioni di sostenibilità. Che cosa si può fare? Non serve buttare soldi dall’elicottero, ma facciamo una politica keynesiana intelligente. Sosteniamo i processi produttivi che usano meno ambiente, meno pesticidi. Bisogna fare per esempio una politica per far sì che i piatti compostabili non costino tre volte i piatti di plastica. Il governo deve sostenere la domanda, ma le imprese devono fare politiche adeguate, perché vedo molta retorica su questi temi, mentre invece ci sono molte scelte che le imprese possono anticipare e che i governi devono sostenere”.
Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel, ha ricordato che l’azienda ha circa 70mila dipendenti in tutto il gruppo, di cui 37mila interessati dallo smart working. “Il complemento sono i tecnici che hanno continuato a lavorare per mantenere in piedi la rete. È grazie a loro che in Italia, in Spagna e in tutto il resto del mondo dove siamo presenti le reti continueranno a funzionare. Abbiamo un sistema di monitoraggio che ci consente di verificare che anche in smart working le aziende hanno continuato a lavorare molto bene. Anche quando Italia e Spagna usciranno dal lockdown abbiamo detto che circa tre quarti del personale impiegatizio potrà continuare a lavorare in remoto almeno fino a Natale, perché non abbiamo possibilità di avere un vaccino prima di quella data ed è inutile che i dipendenti si mettano sui mezzi pubblici quando hanno dimostrato di lavorare bene da casa”. Alla domanda se dopo la pandemia ci sarà spazio in futuro per la sostenibilità, Starace ha risposto affermativamente, perché la sostenibilità è intrinsecamente resilienza e competitività e riduzione del rischio. “Di conseguenza i nostri piani che erano già in quella direzione non potranno che essere rafforzati verso un sistema più verde e sicuro dal punto di vista energetico”.
Ovviamente c’è una parte dell’economia e della società che può essere preoccupata perché rischia di perderci e giustamente chiede attenzione e ha propri legittimi interessi. “Una transizione che non tenga conto di questo non è sostenibile e la Commissione europea ha avuto l’intelligenza di cogliere questo aspetto con il Just transition fund e ora con il Recovery fund”. Dal punto di vista energetico, l’Italia ha comportamenti virtuosi, ma il suo patrimonio edilizio ha una grande vetustà. “Il decreto del governo sull’ecobonus è un incredibile incentivo e dà un incredibile opportunità di lavoro per rivedere questa situazione”.
La successiva tavola rotonda, moderata da Giuliana Palmiotta di Rai News 24, ha trattato il tema “Un nuovo futuro per le imprese e il lavoro”.
Virginio Merola, sindaco di Bologna, ha ricordato il ruolo dei territori: le città metropolitane forniscono un terzo del prodotto interno lordo del Paese. “Ci vogliono patti con le città metropolitane per definire investimenti e infrastrutture, come realizzare quella green economy sulla quale l’Europa sta dando forti segnali di attenzione. Credo che insieme alle imprese dovremmo far comprendere al governo che non è possibile che manchi del tutto un’agenda urbana nazionale. Ci vuole un pacchetto di investimenti come quello proposto da ASviS senza pensare che si debba comunque riprendere la crescita senza criteri di sostenibilità. Abbiamo anche bisogno di un nuovo tipo di formazione e di attenzione ai giovani. Nella realtà di Bologna ci sono già molte esperienze in campo, noi abbiamo 100mila anziani in città e cerchiamo in tutti modi di attrarre giovani con una politica della casa in modo da garantire il ricambio e la vitalità della nostra città, anche con una formazione adeguata, perché per esempio a Bologna c’è carenza di tecnici. “Le imprese fanno già molto nel campo della responsabilità sociale, insieme alla cooperazione artigianato, e abbiamo bisogno di un governo che ne capisca l’importanza con una programmazione che abbia gli Obiettivi delle Nazioni Unite di sviluppo sostenibile come punto di riferimento”.
Maria Ida Palmieri, dei Global Shapers, una rete che riunisce giovani talenti under 35 provenienti da vari settori, ha detto che “c’è un forte sentimento di pessimismo da parte dei giovani anche se abbiamo assistito in questo periodo a un proliferare di iniziative per affrontare la crisi. In un mondo sempre più digitale ci aspettiamo interventi a favore delle nuove generazioni”. Così come la pandemia, il cambiamento climatico rischia di creare ulteriori crisi socioeconomiche. Quindi bisogna mantenere la bussola sul tema sostenibilità. “Adesso è il momento di prendere decisioni che possono promuovere investimenti che cambino il paradigma della nostra esistenza”.
Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, ha sottolineato che è necessario creare le condizioni per una ripartenza forte degli investimenti. “E per noi la crescita dei prossimi anni sarà sostenibile o non sarà, quindi dobbiamo puntare su investimenti per promuovere trasferimenti tecnologici, economia circolare, formazione e crescita delle competenze, aggiornamento professionale dei lavoratori e quindi valorizzare quanto di buono può provenire dalle relazioni sindacali”. Le parti sociali, ha detto Sbarra, in questi mesi hanno dimostrato una grande responsabilità, sottoscrivendo due importanti protocolli sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. “Dobbiamo entrare in una stagione nuova che faccia dell’attuazione dell’Agenda 2030 la propria missione. Tra le tante cose che sono destinate a cambiare dopo la pandemia c’è il rapporto della persona con il proprio lavoro e il rapporto dell’impresa con il territorio. Dobbiamo impegnarci in una nuova via che passi per la riscoperta della territorialità, della resilienza, dell’efficienza energetica e sulla gestione ottimale del ciclo degli scarti. Abbiamo chiesto al governo un tavolo di confronto per portare nella giusta dimensione lo smart working, che vuol dire lavorare per obiettivi e con la determinazione delle fasce orarie entro le quali svolgere la prestazione lavorativa”.
Successivamente, sono state presentate alcune pratiche di resilienza trasformativa raccolte nell’iniziativa dell’ASviS #AlleanzaAgisce. Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, ha riferito su Covid19italia.help, una piattaforma comunitaria nata per condividere informazioni utili sul Coronavirus. Lo scopo è di verificare, aggregare ed etichettare segnalazioni di varia natura, al fine di mettere in contatto richieste di aiuto e offerte di beni e servizi.
Daniela Fatarella, direttore generale di Save the Children, ha parlato del programma “Non da soli”, destinato ai minori migranti non accompagnati, messo in campo sin dai primi giorni dell’emergenza da Save the children - che ha già raggiunto più di 22mila persone tra bambini e adolescenti, famiglie fragili, supportando anche i docenti.
Patrizia Lombardi, presidente della Rete delle università per lo Sviluppo sostenibile (Rus), ha descritto le nuove strategie degli atenei per “non lasciare indietro nessuno” durante il lockdown. Felice Scalvini, presidente di Assifero, ha descritto il portale "Coronavirus: filantropia a sistema", nato con un duplice obiettivo: in primo luogo, vuole essere il contenitore che raccoglie le iniziative di fondazioni, enti filantropici, aziende e privati per contrastare l’emergenza; in secondo luogo, la piattaforma punta a identificare i bisogni di breve e medio termine delle organizzazioni non profit, a causa dell’emergenza, tramite un apposito questionario.
Nella parte conclusiva dell’incontro, Giovannini, dialogando con Palmiotta, ha ripreso il tema dei giovani. “Il progetto europeo si basa su tre parole: resilienza, sostenibilità e giustizia. Su quest’ultimo punto siamo più indietro perché non siamo abituati a pensare alla giustizia tra le generazioni. Dobbiamo tenere vivo il discorso sul futuro (come vogliamo fare anche col sito futuranetwork.eu), sempre col principio che nessuno sia lasciato indietro”.
All'incontro hanno partecipato oltre 30mila sulle reti ASviS, alle quali vanno aggiunte quelle di Ansa, Raicultura, Sole 24 Ore ed Eurocomunicazione.
a cura di Donato Speroni
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